Tomb Raider - Pulp Fiction?
Cos'hanno in comune Tomb Raider e Pulp Fiction? Non molto in effetti. Però sono entrambi finzione, sono entrambi intrattenimento e sono entrambi violenti. In entrambi i casi non ci sono eroi, si spara molto, si sanguina molto.
Spietata? Abbastanza. Eh si, perché Lara non è un'eroina. Lei non salva il mondo, o almeno non intenzionalmente. Lei è ricca da fare schifo, ama la storia, l'arte, la cultura e da brava ricca ha un suo passatempo. E poi non si fa troppi problemi a fare fuori umani, oltre che animali. Il che fa di lei un'assassina, un omicida. Perché ci piace? Perché è finzione (anche piuttosto pulp, in questo caso).
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"...recitava lo slogan di Pulp Fiction". |
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"Ragazze come me non si concedono tanto facilmente..." |
Cos'hanno in comune Tomb Raider e Pulp Fiction? Non molto in effetti. Però sono entrambi finzione, sono entrambi intrattenimento e sono entrambi violenti. In entrambi i casi non ci sono eroi, si spara molto, si sanguina molto.
La figura di Lara è qualcosa di estremamente complesso e variegato: non tanto per l'intenzione di chi l'ha ideata, quanto per la sua ricezione nell'ambiente circostante.
Sul fatto che sia una donna provocante non ci sono dubbi - e siano benedetti gli anni in cui qualche curva in un video gioco non attiravano orde di femministe idiote. Le fondine delle pistole dovevano dare un'idea di sexy, di reggicalze che stringevano due gambe lunghissime. I pantaloncini ed il top, con i loro colori tipici, divennero da subito un'icona, insieme allo zainetto, alla treccia e agli stivali. Era una donna spietata che girava mezza nuda tra le rovine di templi sterminando animali, di fatto. Perché ci piace? Perché è finzione.

Potremmo aprire un blog sul quanto mi faccia schifo la parola "femminista" (che crea barriere inutili, o si parla di uguaglianza, o "maschilista" e "femminista" dovrebbero avere affini significati), ma grazie a Dio l'unico quesito da rispondere è "Lara è un personaggio femminista?"
Potrebbe esserlo, se per femminista intendiamo una donna che fa il culo a donne e uomini indifferentemente. Ma una donna tutte curve difficilmente entra nell'immaginario femminista. L'importante è ricorda che, se da una parte ciò che ha è ben in mostra, dall'altra non usa il suo corpo per raggiungere qualche scopo.
La psicologia che gira intorno alla figura di Lara è sempre più particolare: si rivolge in modo sarcastico agli altri, talvolta in modo freddo, ma sempre elegante e mai snob. E crea empatia con il videogiocatore: lo fa entrare nella sua casa, gli parla, lo guida. Il videogiocatore non è una semplice telecamera, e Lara non è una semplice interfaccia. C'è un gioco di squadra.
Lara piace agli uomini - e nel 1996 la maggioranza dei videogiocatori era di gran lunga maschile - perché ha carisma, ed il gioco fa colpo, almeno in termini di vendite e successo. Il carisma non si misurava nelle povere curve spigolose che il software rendeva, né dalla copertina del gioco, che era una semplice immagine. Il carisma si misura dal carattere. E questo piaceva anche alle donne, che la vedevano come qualcosa a cui ispirarsi, abbattendo l'ossimoro intelligenza-sensualità.
Lara non è un'eroina, uccide persone ed animali, ha un corpo da pornodiva, razzia tombe senza alcun rispetto, ma è animata da una passione, ha studiato e ha fatto molta pratica per essere ciò che è. L'idea di descriverla come una povera santa intenta a salvare il mondo è qualcosa di orribile orribile. Lei è Lara Croft, e lo fa solo per sport.
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